Visita del Museo
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Nell'età napoleonica (1805-1814) erano attive a Mondovì due fabbriche di terraglia tenera, al Rinchiuso e al Borgato. La tradizione assegna alla produzione di Perotti al Rinchiuso un nutrito corpus di pezzi marmorizzati a imitazione delle pietre preziose e del marmo (agate ware) o del guscio di tartaruga (tortoiseshell), sotto l'influenza della produzione Wedgwood.
Durante la Restaurazione (1814-1831) e fino alla sua morte (1849) Benedetto Musso fu il protagonista della ceramica monregalese. Fin dalla gestione della fabbrica Martinotti a Carassone (1812), fu infaticabile nell'organizzare i flussi delle materie prime e nel radicare la produzione nel Monregalese senza perdere i suoi legami con Savona. Proprio questi legami permisero l'arrivo della famiglia Besio, che portò a Carassone la fabbricazione della nera albisolese. Unico concorrente fino al 1842 fu Ignazio Barberis, impresario dell'argilla di Barge, che, entrato in possesso di una cava a Vicoforte, rilevò a Chiusa Pesio la fabbrica di Michele Giordana, sorta nel 1833. Fu Musso a introdurre nella produzione monregalese decorazioni di stampo marcatamente savonese, spesso in monocromia, ottenute soprattutto a pennello.
Stefano Vigna (?-1800)
Enrico Caire, Borgato (1799-1821)
Francesco Perotti, Rinchiuso (1805-1808)
Galleano - Rolfi di Marigny - Tomba, Borgato Convento (1807-1809)
Grandis - Berardengo - Perotti, Certosa di Pesio (1813-1815)
Giacinto Martinotti, Carassone Via Nuova (1812-1816)
Benedetto Musso, Borgato Convento (1809-1810); Carassone Via Nuova (1816-1849)
Giovanni Battista Besio e Teresa Carzoglio, Carassone Sant'Evasio (1824-1840)
Andrea e Sebastiano Tomatis, Carassone Sant'Evasio (1840-1842)
Michele Giordana, Chiusa Pesio (1833-1836)
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