Fondatore, ideatore e promotore di questo Museo è stato Marco Levi (1910-2001), ultimo ebreo della plurisecolare comunità israelitica di Mondovì, banchiere, proprietario e direttore della Ceramica Besio, rimasta attiva nella storica sede del centralissimo Corso Statuto sino alla fine degli anni ‘Settanta del secolo scorso.
La fabbrica, allora denominata Società in accomandita Succ. Vedova Besio & Figlio – Ceramiche, era stata acquistata nel 1929 dal padre Moise Gabriele Levi detto Ettore, che gestiva l'omonimo Banco Levi, ma in famiglia non esisteva alcuna specifica esperienza tecnica e produttiva nel settore ceramico.
Fu così che il diciannovenne studente universitario Marco Levi si trovò a gestire una azienda che produceva piatti con oltre 100 dipendenti. Grazie alla copertura del socio Angelo Occelli e delle maestranze, continuò di fatto a dirigere la fabbrica anche dopo le leggi razziali antiebraiche del 1938, sino a che nel settembre del 1943 fu costretto a darsi alla macchia per sfuggire alla deportazione nei campi di sterminio. Rimase nascosto per diciannove mesi in un casolare isolato dell’alta Val Corsaglia, ospitato e protetto dalla coraggiosa e generosa famiglia Castagnino – Vinai.
Dopo la Liberazione Marco Levi tornò alla direzione della Ceramica Besio, che fu poi l'ultima fabbrica del distretto monregalese a chiudere i battenti nel 1979. Ma qui importa soprattutto sottolineare la vicenda personale di Marco Levi: trovatosi “a malincuore” alla testa di uno stabilimento con più di 100 operai, si appassionò ai decori e alle tecniche della produzione ceramica e impostò un’attività imprenditoriale rigorosamente e filologicamente rispettosa dei modelli tradizionali, ma aperta anche alla sperimentazione di nuove tecniche, forme, decori e colori che a quella tradizione sapessero ricollegarsi. Oltre che imprenditore, divenne così esperto e appassionato cultore dell’arte ceramica, collezionista entusiasta e instancabile, promotore e organizzatore di indimenticabili mostre temporanee di rari pezzi di antiquariato.
Attraverso la fabbrica e la banca Marco Levi ha lasciato una traccia profonda nel tessuto economico e sociale del monregalese. Come imprenditore era attento ai bisogni e alle vicende dei suoi dipendenti, a cui era legato da rapporti di reciproca stima e rispetto; come banchiere era disponibile a dare fiducia a giovani che riteneva idonei e capaci di sviluppare nuove attività artigianali, commerciali e imprenditoriali. A poco a poco gli venne riconosciuta la veste di benefattore: ancora oggi, a dieci anni dalla scomparsa, i discendenti dei dipendenti della fabbrica e dei clienti del Banco Levi ricordano con commozione l’aiuto ricevuto in momenti difficili.
Per Marco Levi l’aiuto prestato a chi era in difficoltà era anche un modo di ricambiare le prove di solidarietà e di coraggio che tanti suoi concittadini avevano dimostrato nel sottrarlo alla deportazione nei campi di sterminio: nessuno a Mondovì aveva infranto la cortina di protezione e di oblio che si era creata attorno ad un ebreo conosciutissimo e ai suoi famigliari nascosti in un convento nella vicina Dogliani.
E così per oltre un quarantennio Marco Levi, rimasto l’unico ebreo di Mondovì, riuscì a trasformare questa solitaria presenza in una realtà viva nel tessuto della sua città. Se a Mondovì le tradizioni religiose, culturali e di costume dell’ebraismo sono ampiamente note, lo si deve alle innumerevoli lezioni che Marco Levi ha tenuto nelle scuole, ai dibattiti nelle sedi culturali, ai confronti ecumenici con le altre fedi religiose, e soprattutto agli atteggiamenti e comportamenti che quotidianamente proponeva come modello di vita.
Ebbene, per questa personalità così ricca e impegnata fu naturale, una volta chiusa la Ceramica Besio, coltivare il progetto di conservare e trasmettere la memoria storica della plurisecolare esperienza artistica e industriale della ceramica monregalese e di farla rivivere in una prestigiosa sede museale. Quel sogno, inseguito dai primi anni ‘Ottanta del secolo scorso, si è ora realizzato con questo Museo che rimarrà indissolubilmente legato alla figura e alla memoria di Marco Levi.
Marco Levi, fondatore del Museo della Ceramica di Mondovì.